Thomas Ospital a Sotto il Monte. Al via la nuova stagione di concerti

<p style="text-align: justify;"><strong>Venerdì 8 aprile alle 21 il giovane talento francese Thomas Ospital, neo organista di Saint-Eustache a Parigi, inaugura la stagione concertistica sull’organo Lewis della Casa Natale di Papa Giovanni.</strong></p>
<p style="text-align: justify;">Classe 1990, considerato uno dei più brillanti organisti francesi emergenti tanto da succedere a Jean Guillou alla consolle di Saint-Eustache a Parigi, una delle più prestigiose tribune del mondo; vincitore di concorsi internazionali come Chartres, Tolosa (Xavier Darasse) e il Grand Prix Jean-Luis Florentz. Per la prima volta in terra orobica, Ospital si esibirà sull’organo realizzato nel 1911 dall’inglese Lewis e installato lo scorso anno alla Casa Natale di Papa Giovanni XXIII dove, dopo più di vent’anni di inutilizzo a Londra, ha così potuto tornare a sprigionare la sua “voce” tanto peculiare.<br />Il programma della serata si annuncia degno di nota e dall’alto profilo musicologico: non solo per i due famosi brani del repertorio bachiano (la leggendaria Toccata e Fuga in re minore BWV 565 e il raffinato corale di Lipsia “Schmücke dich, o liebe Seele” BWV 654), o per il Prélude et Fugue sur le nom d’ALAIN di Maurice Duruflé (di cui ricorre il trentennale della scomparsa), ma più ancora per la trascrizione per organo dell’impressionistica Danse di Claude Debussy. A corredo della serata vi sarà poi un curioso momento di presentazione dello strumento e dei suoi diversi colori incentrato sull’arte dell’improvvisazione, disciplina in cui Ospital si è sempre distinto vincendo tra l’altro cinque Premiers Prix (organo, improvvisazione, armonia, contrappunto e fuga) al Conservatorio Nazionale di Musica e Danza (CNSMD) di Parigi, considerato uno dei centri d’eccellenza per l’organo e per l’improvvisazione in particolare.<br />L’organo Lewis, alla chiesa del Pontificio Istituto Missioni Estere di Sotto il Monte, sarà quindi protagonista nei prossimi mesi di altri concerti, affidati alle mani di 2 altrettanti grandi interpreti.</p>
<p style="text-align: justify;"><strong>Seguirà infatti, venerdì 5 maggio, un’altra giovanissima artista – anche lei per la prima volta in Italia – Maria Lebedeva: </strong>nata a San Pietroburgo nel 1986, alla ribalta in due dei più importanti concorsi internazionali dell’Est Europa, la “Mikael Tariverdiev International Organ Competition” (Russia) e la “International Feliks Nowowiejski Organ Competition” (Polonia). Novità assoluta e di grande interesse saranno alcune pagine della Scuola russa con opere ed autori in prima assoluta per Bergamo come Kushnaryov, Yanchenko e Tariverdiev. Accanto a questa carrellata, verranno eseguiti brani di alto virtuosismo e prorompente musicalità, tra cui l’impegnativo finale del “Concerto Gregoriano” di Pietro Yon, organista e compositore italiano naturalizzato statunitense.</p>
<p style="text-align: justify;">L’ultimo appuntamento di questa edizione vedrà invece protagonista assoluto il repertorio inglese, una grande tradizione che purtroppo è ancor oggi sfortunatamente poco conosciuta nel Continente e soprattutto in Italia. Il lungo excursus che, domenica 5 giugno alle 15.30, proporrà <strong>Christopher Stokes – organista della Cattedrale di Manchester</strong> e già professore al Trinity College e con una grande esperienza nell’ambito corale e cameristico – spazierà dal Romanticismo, all’Età Vittoriana fino ai nostri giorni, cui farà capolino la Sonata in mi bemolle di Sir Edward Bairstow. Filo conduttore di questo particolarissimo concerto sarà uno dei tratti distintivi della scuola anglosassone, cioè l’impiego orchestrale di crescendo e diminuendo.</p>
<p style="text-align: justify;"><br /><strong>L’organo Lewis rappresenta una novità assoluta per la terra orobica in virtù della sua natura “sinfonica”</strong> ed “orchestrale”, grazie a sonorità peculiari e alla timbrica decisamente caratteristica dei registri che differiscono in modo marcato da quanto siamo soliti ascoltare nelle chiese. Firma di qualità e di indiscusso valore accanto al nome storico di Willis, Thomas Christopher Lewis è considerato uno dei leader dell’arte organaria nel tardo XIX secolo in Gran Bretagna, presentando un proprio stile – sintesi di due importanti influenze, quella tedesca di Schulze e quella francese – e ottenendo fama per l’eccellenza tonale e costruttiva dei propri strumenti, tra i quali le cattedrali di Ripon, Newcastle, Southwark o la Kelvingrove Art Gallery.<br />L’idea dell’importazione di un organo britannico, realizzato da una firma distintiva dell’organaria anglosassone, ha voluto inoltre porsi come occasione di crescita culturale e di scoperta di un’altra grande tradizione. L’obiettivo del comitato artistico di questo progetto (composto tra l’altro dai Maestri Eugenio Maria Fagiani, don Gilberto Sessantini, Fabio Nava ed Andrea Bombarda e che ha visto recentemente l’adesione di Maurizio Manara) sembra però purtroppo in parte disatteso, al di là della partecipazione del pubblico. Come evidenzia il promotore dell’iniziativa <strong>Fabio Amigoni</strong>, “<em>attorno a questo strumento si è voluta costruire una proposta. C’è certamente un po’ di rammarico per la scarsa curiosità, soprattutto da parte dei musicisti bergamaschi, segno evidentemente di un certo conservatorismo</em>”. I concerti proposti saranno un’occasione per ascoltare questo particolare strumento ritornato a vivere.</p>
<p style="text-align: justify;">| BergamoNews |</p>
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